“Voldemort: Origins of the Heir” è una produzione tutta italiana, finanziata tramite una raccolta fondi e disponibile gratuitamente su YouTube nel canale della Tryangle Films. Ad oggi, ha superato quindici milioni di visualizzazioni.
Ottimi effetti speciali, bella fotografia, attenzione maniacale per costumi e oggetti di scena: dal punto di vista tecnico, il film è uno dei migliori del suo genere. In questo senso, l’unica nota negativa è il doppiaggio: disponibile in inglese con sottotitoli in italiano, francese, inglese, portoghese, spagnolo e tedesco, il film è stato ridoppiato da madrelingua, ma non sempre le voci risultano avere “profondità” e in certe occasioni sembrano addirittura fuori sincrono.
Per quanto riguarda gli attori, Tom Riddle (Stefano Rossi) è azzeccatissimo: secondo noi ha davvero poco da invidiare ai giovani attori che interpretarono lo stesso personaggio nei film Warner. Tra gli altri membri del cast, abbiamo apprezzato molto Alessio Dalla Costa (Generale Makarov), Andrea Baglio (Wiglaf Sigurdsson ragazzo) e Andrea Deanesi (Wiglaf Sigurdsson adulto), anche grazie al makeup di Sonia Strusi.
Molto più deboli soggetto e sceneggiatura: la protagonista, Grisha McLaggen, erede di Grifondoro, è catturata dagli Auror sovietici mentre tenta di mettere le mani sul diario di Riddle (già un Horcrux). Interrogata dal Generale Makarov sotto l’effetto del Veritaserum, la giovane donna racconta gli ultimi giorni di Tom Riddle a Hogwarts e i primi passi nel mondo magico che lo portarono all’omicidio di Hepzibah Smith.
Nel film, Grisha, Tom, Wiglaf e Lazarus Smith sono gli eredi dei quattro Fondatori di Hogwarts: si conobbero a scuola e decisero di allenarsi assieme, studiando nel tentativo di recuperare i leggendari cimeli dei loro antenati (la coppa di Tassorosso, il diadema di Corvonero, la spada di Grifondoro e il medaglione di Serpeverde). Inutile dire che il futuro Lord Voldemort avesse progetti un po’ diversi da quelli dei compagni…
Già l’idea di base mostra come si sia ignorato quasi del tutto il secondo libro della saga: com’è possibile che Wiglaf, Lazarus e Grisha non abbiano sospettato di Riddle all’apertura della Camera dei Segreti, avvenuta solo pochi anni prima? In più occasioni (questo è l’esempio più eclatante), il film re-interpreta (o inventa del tutto) quello che è stato raccontato nei libri, arrivando a stravolgere (senza motivo) il famoso incontro tra Tom Riddle e Hepzibah Smith: questo è stato trasformato in un lungo crescendo di minacce da parte del mago (in totale contrasto con la sua personalità e i suoi piani per il futuro), fino all’uccisione della donna sotto lo sguardo dell’elfa domestica Hokey, apparentemente incapace di aiutare la propria padrona.
Tutto ciò ci ha deluso molto: al di là dei problemi che questi cambiamenti portano alla coerenza interna del film, la severità del nostro giudizio su questo punto è dovuto al fatto che si tratta di un fan film di Harry Potter e pertanto secondo noi avrebbe dovuto essere coerente con la saga.
E quindi, come sempre concludiamo con: è bello o no? Se lo si vede con la speranza di ritrovare la magia del mondo di Harry Potter, no: troppe libertà per un fan film – soprattutto per chi non si è ancora ripreso da certi exploit dei film ufficiali. Come mediometraggio amatoriale liberamente ispirato alla figura di Lord Voldemort, invece, lo consigliamo: qualche scivolone di sceneggiatura, più che compensato da tutto il resto.
A voi la scelta!
Oskar Felix Drago