Il cadavere di un anonimo pensionato di Bologna; un giovane poliziotto, Fabio Sinigaglia; un delitto che, pagina dopo pagina, acquista sfumature sempre più sinistre: chi mai avrebbe potuto sentirsi minacciato da Antonio Messori, novantenne solo e malato? Quali segreti nascondeva quest’uomo senza passato, che viveva isolato da molti anni? Un numero di telefono appuntato su un foglio porterà l’agente Sinigaglia a incontrare Antelamo Libero Costa, anche lui anziano e solo: tra passato e presente, i ricordi di Libero ci accompagneranno nell’Emilia Romagna degli anni Quaranta e la fine del fascismo nelle terre di Argenta, tra la Romagna e il Ferrarese.
Nell’opera emerge il contrasto tra l’Italia “di oggi” e quella “di ieri”, ma senza indugiare nell’ideologia spicciola e nel rimpianto acritico del passato. “Borgo Lenin” è un libro “politico”: per l’ambientazione nell’Italia ancora occupata, lacerata, soffocata dalla guerra e dalla fame, ma anche e soprattutto per essere un’opera corale. Attraverso gli occhi di Libero, bambino, siamo – o meglio, torniamo ad essere – partecipi della nostra Storia: ben presto, le vicende dei protagonisti valicano la finzione del romanzo per essere testimonianza di un’Italia troppo spesso dimenticata.
“Borgo Lenin” è il primo romanzo di Cinzia Romagnoli: un esordio ottimo, un’opera commovente che parla di guerra, paura, miseria, ma anche di coraggio e passione e dell’eroismo che nasce dall’amore, amore che ha “molte forme, e talvolta si presenta scabro e frusto, e necessita di uno sguardo fino per mostrare il proprio volto anche nella penombra”.
Mariasilvia Iovine
Recensione pubblicata in origine su “Thrillernord“.
Cinzia Romagnoli, “Borgo Lenin”, Koi Press, 2017, pp. 304, € 14,00 cartaceo, € 0,99 ebook.
Al momento della “migrazione” dalla pagina Facebook al blog, noi gatti di Ulthar non abbiamo trovato link per l’acquisto di questo romanzo sul sito dell’editore: nel caso cambiasse qualcosa, fatecelo sapere!