Charles Bukowski (1920 – 1994), erede lontano della cultura beat, è stato uno scrittore controverso, donnaiolo, colto, alcolizzato, anticonformista, osceno, antisociale, ruvido, passionale, libero. Leggerlo significa ridere di lui, storcere il naso, maledirlo, innamorarsene. Per iniziare a conoscerlo, si può cominciare da questo piccolo libro, che presenta (con l’originale a fronte) poesie e testi per la maggior parte inediti, rivelandoci il suo sconfinato amore per i gatti. Animali rudi e selvatici, ma non privi di affettività,che hanno condiviso con lui le lunghe notti alla macchina per scrivere, la solitudine, le giornate brutte e quelle orribili, le sbronze davanti a un foglio bianco. Adottati o semplici ospiti temporanei, sono muse nelle quali Bukowski rivede se stesso: invincibili samurai, cacciatori, “come lui”, sopravvissuti, sebbene malandati, guerrieri nati che resistono fieramente per continuare a lottare.
Oskar Felix Drago
Charles Bukowski, “Sui gatti”, Guanda, 2016, pp. 146, € 11,90 cartaceo, € 7,99 ebook.