Ho conosciuto Matteo Bussola grazie ad amici comuni, tramite Facebook, poco prima del successo dell’ormai celebre “lettera a Fedez” che ha portato, per vie traverse, alla pubblicazione di “Notti in bianco, baci a colazione”.
Questo libro è una piccola raccolta delle sue vicissitudini come “padre, figlio, amico, cuoco, chitarrista, giardiniere, disegnatore, amante, lavatore di piatti, costruttore di torri coi cubetti e un mucchio di altre cose”. Nel raccontare i suoi piccoli e grandi crucci, gli episodi della vita familiare con la sua compagna Paola, le tre figlie e i cani, la quotidianità della vita in provincia, Matteo colpisce il lettore con un’innocenza e una semplicità di linguaggio disarmanti. Nel libro, si alternano tanti piccoli episodi autobiografici, i particolarissimi dialoghi con le sue bambine e soprattutto le sue riflessioni: un evento in apparenza banale, una conversazione ascoltata per caso, un incontro fortuito sono gli spunti per parlare di sé e delle sue personali risposte ai grandi temi della vita, l’amore, la morte, ma anche la paura del diverso, la paternità, la solitudine.
“Notti in bianco, baci a colazione” può essere letto in molti modi: come un libro leggero, ricco di episodi divertenti e di momenti in grado di farci commuovere con la tenerezza dei dialoghi di un papà innamorato della sua compagna e delle loro tre bambine, ma anche come punto di partenza per riflettere su noi stessi. L’autore racconta la sua visione del mondo odierno e soprattutto quello che vorrebbe lasciare in eredità alla sua famiglia, un mondo diverso, al quale giungere proprio partendo dal “nostro piccolo cerchio” fatto di piccoli gesti, di gentilezza e di amore. Dietro la semplicità delle vicende quotidiane della famiglia Bussola, tuttavia, emerge anche altro: l’importanza di “esserci”. Nei brevi capitoli autoconclusivi, a tutti gli effetti piccoli racconti, Matteo ci mostra, con grande delicatezza e sensibilità, l’importanza di essere presenti, accanto a coloro che noi amiamo. L’amore rende migliori, la genitorialità obbliga chi è diventato padre o madre a ripensare a tutta la propria vita, a se stessi, all’uomo o alla donna che si vorrebbe essere. Ed essere genitore significa (anche) “vivere in bilico tra la responsabilità e l’abbandono, tra la forza e la tenerezza. E […] questo vale per tutto. Il resto viene di conseguenza”.
Oskar Felix Drago
Matteo Bussola, “Notti in bianco, baci a colazione”, Einaudi, 2016, pp. 184, € 17,00 cartaceo, € 7,99 ebook.